Oggi sono entrata sul blog con uno scopo ben preciso: farlo sparire.
Poi ho visto un commento,l'ho guardato un attimo, e mi sono resa conto di volergli bene, a questo luogo virtuale che dal 2009 raccoglie le mie piccole cose, le mie sciocchezze quotidiane.
Mi era venuta voglia di farlo sparire perchè durante quest'estate, durante il mio annuale ritiro sui colli selvaggi del Sud, sto maturando un sacco di idee per il futuro prossimo.
Più che idee sono prese di posizione sulla mia vita, da tradurre in azione nei prossimi mesi.
Tra queste anche l'intenzione di essere un pelino meno descrittiva e documentativa, e concentrarmi sull'essenziale ovvero sulla mia arte, la mia crescita e quello che si spera tra non molto, diventerà il mio lavoro. L'idea iniziale quindi, era di sbarazzarmi del mio blog, lasciare andare tutto in un impeto di filosofia orientaleggiante che ricordasse la distruzione di un mandala, e concentrarmi su un sito internet che raccogliesse le mie opere sia prettamente personali che condivise e create nell'ambito della Terapeutica dell' arte. Oggi poi, sono entrata qui con l'intenzione precisa di trovare e cliccare il tasto "elimina", ma la mia occidentalità sentimentale ha avuto la meglio nel giro di qualche secondo.
Ebbene, infine ho deciso che sul web la condivisione selvatica avrà la meglio, ma potrà convivere pacificamente con un lato più professionale a cui indirizzare coloro che ne saranno interessati.
Alle riflessioni alterno la scrittura della tesi, quella di una lettera pressochè inifinita per la mia amica di penna Sabina, il ricamo astratto terrorista, e gite improbabili con lo zio preferito ( oggi è il suo compleanno) a bordo di una vecchia Fiat 500 color amaranto.