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martedì 19 settembre 2017

Quando il Corvo compie gli anni

PARTE PRIMA
Ieri era il compleanno del Corvo.
Ieri hai fatto milleeuna cosa, ma ogni tanto il tuo cervello viaggiava nel futuro pensando al viaggio in Finlandia per cui stai raccogliendo i soldi. Ogni tanto ti partiva perfino il monologo interiore in finlandese, mentre dipingevi rami foglie e fiori su un paio di Everlast immacolate.
E poi in un lampo è passata la giornata.
In un lampo sono le 00:57 e tu ti ritrovi a esclamare 
"OHCCAVOLO! IL COMPLEANNO DI KORPPI!"
E così in tempo solo per qualche minuto riesci a fargli gli auguri... 



PARTE SECONDA
Oggi è il giorno dopo il compleanno del Corvo.
In mattinata prendi la tua bicicletta e te ne vai in campagna, per consegnare dei prodotti Yves Rocher alla vicina e dare una controllata alla casa mentre i tuoi ancora non sono rientrati. Il cielo è imbronciato e non si capiscono le sue intenzioni. Ti metti la sciarpa colorata sotto al cappello avvolgendo ciò che ne rimane attorno al collo, e assumendo così le sembianze di una strega campagnola, o al massimo di una gitana sospetta ( tant'è che le occhiate per strada si sprecano....ma ciao anche a voi passanti malfidenti o incuriositi!Io pedalo! Swishhhh! ) e niente, poi arrivi in cascina e si mette a piovere col sole ( sposalizio di volpi!) e mentre ti chini a fare due carezze al gattonero, silenziosamente qualcuno ti sorvola e STOCK! Ti lascia cadere dritta in testa una noce. Fai in tempo a guardarti attorno un po' accigliata e a vedere un corvo che volando si allontana veloce. Ci manca solo che si metta a sghignazzare!!! Eh sì, ancora buon compleanno! Sono contenta che ti siano arrivati gli auguri e ci tenessi a farmelo sapere prima di internet... 😂


PARTE TERZA
In serata si manifesta il primo arcobaleno visto dalla finestra della cucina della nuova casa.
 Il mio primo arcobaleno di città!

" TRENO "

I.

È buio e la città non si vede ancora,
ma in mezzo alla pineta,
lontano, contro il nero fitto del monte,
risplende una rimessa spalancata.
Più in là, nella campagna
si accendono tre, quattro luci
a scatti, come su un quadrante.

In curva ora il treno si inclina piano
sotto le prime case. Ai finestrini
nell’odore di mare
passano armadi, tovaglie, televisori.

Apparecchiano, al terzo. A pianterreno
vanno a prendere un piatto e li vedi fermi.

II.

Mentre le stanze passando
e se ne vanno, viene
come una spina dentro,
come un’invidia.
Ci si sente mancare,
in queste scene.
Si è come tenuti fuori.

Ma in fondo poi
vedere come tutto
procede bene
anche senza di noi,
fa quasi ridere.

E si diventa liberi, leggeri:
non si è più lì, si ragiona
come già morti, come
mai nati. Insieme a tutti gli spiriti,
da una distanza senza misure,
si reggono negli occhi
cose e persone.

Eppure questo,
questo che tutti vedono
là, nei soggiorni
e nelle camere, non smette di mancare:
essere così chiari
senza saperlo,
stare soprappensiero
un attimo, nel pieno dell’attenzione.

III.

E finalmente sembra di capire:
essere gli altri, questo si vuole.
Gli altri: per sempre salvi, luce di cinema
in uno sguardo buono.
Essere gli altri a casa,
in varie case: trovarsi lì come un quadro,
o il freddo dei vetri, il clac dell’ascensore
quando si ferma al piano. Essere al mondo
come son al bar due clienti.
Stare come di sera
fuori dalle cucine
nuvole e muri.

Essere via,
là, dove niente può succedere.
Diventare questo: c’è gente.

IV.

Ma come si esce di qui?
Che cosa si può salvare
da questo sguardo?

Passato il ponte,
passate le ultime case,
c’è ancora mondo.

E in cima a questi monti
o in fondo ai campi, oltre i binari, sul fiume
e al largo, in alto mare,
ancora mondo. Anche lì
le cose sono vere.

Ecco: le cose.
Dove tutto si perde e manca,
rimangono. Si lasciano
ascoltare e vedere.
Sono vere, le cose, e saranno vere:
per questa promessa anche ora,
nascoste nel loro buio,
anche in corsa,
ti sembrano care e buone.

Le guardi e pensi: niente
dura così.
Niente. Se non, guardando,
questa paura
che ogni volta ritorna
a non capire
là fuori, a che cosa tiene davvero,
cosa vuole da noi, la verità.


 ( Umberto Fiori )

venerdì 15 settembre 2017

Lentamente veloce




Eccomi eccomi! Rieccomi! 
Povero piccolo blog che spesso trascuro...
ma sono qui ora, anche se sono di fretta e sto per uscire per rivedere un amico che non vedo da tempo, e che vive in un appartamento che dentro sembra un castello medioevale, in un palazzo che da fuori è mostruoso e anonimo, in una delle vie più tafficate della città. Devo uscire tra l'inizio dell' autunno il vento e la pioggerellina, e poi tornare indietro per ricevere una visita e poi uscire di nuovo, di sera.
Sono qui a pigiare di corsa sui tasti, e non so se ne uscirà qualcosa di proprio sensato,
perchè sono giorni frenetici pieni di:
Case infestate da fantasmi-case vuote da tenere d'occhio-trattamenti reiki-amicizie di salvataggio-laboratori al centro diurno-rotoli della carta igienica-lettere e corrispondenza con sconosciuti e non-mani macchiate-clownterapia-misticismo distratto-follia stagionale-leggerezza-profonde riflessioni-e...percezione del tempo decisamente alterata!
                                                               
                                                                             Sono ancora qui....
                                                                                       solo che...
                                                    VIAGGIOALLAVELOCITÀDELLALUCE!!!!
                                                                    e al tempo stesso...
                                                     sono leeentisssimaaa e contemplativa...
E intanto le cose accadono,
tutto inizia, accade pienamente e poi passa quasi in un soffio solo, la mia vita e quelle degli altri intorno a me continuano, e la quotidianità è quasi un sollievo, e in effetti me la godo molto più che nei momenti diciamo "normali". Questa sensazione è anche accentuata dai primi freddi e dalla ricomparsa magica di calzettoni,coperte e infusi fumanti in una teiera di ghisa azzurra...
ECCO! CIAO! Ora devo uscire!!!!