Da qui vi scrivo.
Il lungo viaggio è finito da un pezzo.
Io, sperduta tra i colli brulli dell'Aspromonte,
dove ancora si nascondono i satiri, folleggiando nelle notti di luna, ho finalmente la mia tana:
Una stanza in cima alla casa, un pò torre un pò soffitta, un pò terrazza.
Dalle pareti azzurre.
Un osservatorio per guardare la messa che entra e esce e ridere sotto ai baffi.
Un posto perfetto per fare le bolle di sapone che si perdono tra le tegole e gli altri tetti,
e che a volte arrivano inaspettatamente lontano e stupiscono i passanti.
E adesso che sono qui ho una presentazione importante da fare:
La miticissima Matilde di cui vi ho già scritto, il giorno in cui sorprese tutti venendo al mondo!
I giorni sanno di fumo e sembra sempre Domenica.
Il mio sangue è incendiato da antiche frenesie da Baccante,
ma non ho ancora visto il mare di persona.
E il mio uomo-gatto? Il mio satiro dalla barba rossa?
Arriverà presto.....
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