A tratti gioia infinita e a tratti dolore. Per tutto il tempo invece, un'acuta consapevolezza.
Gioia infinita nel sapere che, se le cose fossero andate diversamente ( e avrebbero potuto farlo in mille piccoli modi ) io a quest'ora non sarei qui a scrivere, e mia madre e la maggior parte dei suoi fratelli e sorelle non sarebbero mai nati. Se mio nonno ( e mi colpisce la vicinanza di questa parola....nonno. Non bisnonno, trisavolo o chissà cosa. Nonno. Il padre di mia madre: una dolce figura elegante della mia infanzia, ben nitida, perfino nel profumo... ) Se quel ragazzo di 35 anni non fosse riuscito a fuggire e a tornare a casa a piedi o con mezzi di fortuna, sempre nascosto, durante un viaggio durato mesi di cui rimpiango di non avergli chiesto nulla perchè ero troppo piccola per farlo, ecco io a quest'ora non sarei qui. Però qualcosa mi è stato raccontato: dei vestiti bruciati e sepolti, del bagno fatto fuori casa prima di poter rientrare, di una delle mie zie ancora piccola, che non riconoscendo suo padre in quell'uomo consumato, lo prese a pugni e morsi dicendogli "Sei un estraneo! Non puoi entrare e andare a letto con mia madre!"
Dolore infinito. Dolore per le persone che conosco e soffrono, proprio adesso in questo momento. Persone che fanno parte della mia famiglia. Dolore che parte come personale e poi si allarga, si espande, si eleva fino a perdere i contorni di ciò che conosco, famigliare e familiare e diventa così il dolore di tutti, del mondo intero, universale. Ormai le lacrime che verso non sono più solo le mie. E a quel punto....beh a quel punto il dolore è così illimitato e immenso e incondizionato che solo una cosa può succedergli, e quindi muta e si trasforma e mostra il suo altro volto che è il volto dell'amore, e la cosa non dovrebbe stupire più di tanto, e chi soffre o ha sofferto lo sa: che è semplicemente l'altro lato della medaglia e che la medaglia è una soltanto.
E quindi di nuovo gioia! Gioia perchè la casa qui al confine ( che abito al confine - confine tra buio e luce, nebbia e visibilità, città e campagna- me lo disse un giorno l'altra metà del Volpesce, una sera che era tornata dall'Olanda, ed era primavera se non sbaglio. Era la sera in cui sentimmo le farfalle sussurrare "borbol(eta)s" e in cui ci accorgemmo di averci avuto sotto al naso - e che naso!!- da sempre senza farci caso...) dicevo, la casa non è più vuota e i miei, che hanno passato giorni difficili e movimentati ne sono anche loro contenti, e c'è qualcosa di diverso in loro che io percepisco. Ci sono cose che hanno il potere di rimetterti un po' a posto le priorità,in maniera traumatica ma efficace. Scoprire che mentre qualche sera fa io ero qui da sola turbata da un brutto sogno e angosciata senza un motivo preciso, mia madre in un'altra città faceva a sua volta un incubo e non riusciva a dormire. Oggi ci siamo raccontate questa cosa e il suo commento è stato " tu sei come la nonna, ecco perchè!" Gioia-dolore-gioia... ( ciao nonna! il giorno dopo sarebbe stato il tuo compleanno,così, giusto per legare ancora di più il tutto come piace a noi,e ti ho acceso una candelina e ho indossato un tuo ciondolo! ) Gioia per i cambiamenti in atto,e come sempre per le piccole cose.
Gioia-Dolore-Gioia
Vita-Morte-Vita
Amore.
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