Rieccoci.
Di nuovo ad Armo,
di nuovo sperduta in Aspromonte.
E ora vi racconto del….
…Salento:
Terra delle case dai muri bianchi,
dell’acqua gelida che scorre sotto la terra,
e dopo un bagno nel “pilone”
è capace di eliminare il caldo dal tuo corpo per ore,
tenendo lontano perfino gli insetti.
Terra di ulivi secolari che raccontano storie,
e di vino rosso che fa girar la testa.
A Martina Franca sotto un quadrato di cielo incastonato tra
i suoi muri chiari,
nella notte del 13 Agosto ho osservato grandi nuvole veloci ed una
stella cadente,
e mentre seguivo attenta anche quello che si svolgeva più in
basso
il mio cuore di volpe ha a tratti cantato, osservato in
silenzio,
o tenuto il tempo in modo forsennato.
Occhi lucidi e mani in movimento.
Le radici che tirano, il ritmo del sangue mai dimenticato.
Qualcosa di lontano nel tempo, ma vicinissimo nell’ animo.
…E chissà. Chissà se il piccolo satiro è infine arrivato
nelle mani giuste.
Chissà se un certo qualcuno leggerà queste righe…
Chissà se la conchiglia si è lasciata sfuggire qualche
segreto…
Chissà quale quadrifoglio in chissà quale libro, potrebbe
trovare la strada…
Forse non lo saprò mai, ma non è un problema:
è solo cibo in più per la mia immaginazione e sono felice di
averlo fatto,in ogni caso.
Di non essere tornata a casa con il foglio nella borsa,
ma con un gran sorriso nascosto negli occhi.
Grazie, Vinicio.
Dal profondo del mio cuore di canide,
Da parte della vecchia cieca veggente che è in me,
a volte latente a volte schiacciante,
Da parte della baccante dal cuore leggero,
Da parte della studentessa talvolta scazzata ma ostinatamente
ottimista,
Da ogni mio poro e sfaccettatura….
GRAZIE!
E poi….
A Castellana ho attraversato sottoterra un paesaggio fantastico
di
stalattiti e stalagmiti
degno di un racconto di Jules Verne
e osservato in
religioso silenzio formazioni di ogni
tipo,
scovando forme animali e creature mitologiche,
quasi non respirando nel timore di interrompere un’opera
d’arte della natura lunga millenni.
..A Grottaglie ho osservato chiese barocche
( dalle
radici ben più antiche)
murales d’autore
e ceramiche splendenti,
fatto le smorfie con le maschere del teatro greco e
alle gorgoni,
e annusato il tufo annerito delle vecchie fornaci.
…a Carpignano Salentino ho sudato ballando la pizzica per 4
ore di fila sul selciato della chiesa,
talvolta chiudendo gli occhi e abbandonandomi al ritmo, al
tuonare dei tamburi,
schiacciando via con
il ragno tutte le ansie, le paure, i problemi almeno per una sera
ignara della folla
che faceva buco intorno.
Veleno e antidoto spesso hanno le stesse sembianze.
Grazie di cuore ai simpaticissimi Briganti delle terre
d’Otranto,
ad Anna Cinzia Villani,
e alla meravigliosa Officina Zoè.
In quest’occasione ho anche trovato la mia Tammorra.
Quella giusta;
Leggera e chiara, con la pelle che ha quasi le stesse
macchie della luna piena.
Nata dalle mani magre e già esperte di un ragazzo dai
capelli ricci.
Non ho nemmeno chiesto il nome, né preso un bigliettino…ero
troppo folgorata dall’incontro.
E qualche giorno dopo ci siamo ritrovate insieme a viaggiare
su un autobus sconosciuto,
lei avvolta in un ampio foulard multicolore per proteggerla
e far star quieti i suoi 14 sonagli,
e io a guardare il mare dal finestrino.
Ma questa è un’altra storia….
…E infine sulla strada per Lecce mi sono quasi persa
nel
labirinto colorato della “Casa-museo di Vincent” tra mosaici sgargianti,
frammenti di specchio, odore di colori a olio, tappeti appesi al soffitto,
soffitti di tutti i tipi, e tele dipinte per tutti i gusti.
A Lecce ho camminato sotto lo sguardo curioso delle sculture
in pietra chiara ad ogni balcone,
mi sono persa nei particolari della facciata della
cattedrale, ho respirato l’odore salmastro del mare portato da una tramontana
impetuosa. Infine sono rimasta a bocca aperta di fronte alle luminarie più
suntuose e colorate che abbia mai visto. Facevano impallidire Sant’Oronzo in
cima alla suo colonna e ora che ci penso il bosco notturno
di Perelun descritto ne “La storia Infinita” doveva essere una cosa del genere!
Compagno paziente e instancabile di tutte queste avventure,
e di numerose passeggiate serali e non nei vicoli di Oria
è stato Ste, il mio
satiro.
Il mio Uomo-stella.
Fuoco e Luna Nuova.
Lo ringrazio davvero tanto di averle vissute con me fino in
fondo.
Di avermi fatto collezionare ricordi bellissimi ed emozioni
in quantità,
E dulcis in fundo di avermi insegnato qualcosa, tanto per
cambiare.
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