Il mio vecchio rifugio di tanti pomeriggi solitari durante il triennio...
Abbiamo cercato rami, semi, noci, cortecce, foglie, e altre cose,
e le abbiamo impresse in pezzi di creta, lasciando così le impronte.
Abbiamo osservato e ricercato la pelle delle cose,
quelle piccole cose naturali che da sempre mi piace raccogliere.
Tutti questi "medaglioni" con la loro impronta
verranno fatti asciugare e verranno cotti, per poi creare un'opera condivisa.
Un laboratorio facile e molto sensibile.
E poi va beh.....
il Dolore.
Riflesso a specchio in mille occhi, mille volte al giorno.
Andata e ritorno.
Allora capita che con un gesto fluido e circolare ( come la città stessa ) passi una mano velocissima sulla grande piantina della città di Milano, e poi tieni il pugno chiuso stretto, per non far scappare quella cosa.
Sali le scale della metro soffiando buone cose e un pò di conforto in quel pugno, e una volta riguadagnata la luce del giorno puoi aprire di nuovo la mano, e quasi vedere "la cosa" scappare via velocissima, ma stavolta trascinandosi dietro diverse benedizioni che si spera si impiglino tra i capelli di qualche milanese distratto....
Ah! Il mondo moderno. Fa venir voglia di scuotere la gente per le spalle e urlare nelle orecchie!
Ma ci sono modi più adeguati, praticamente invisibili.
E poi c'è il Tasso.
Albero della morte, il dolore versione pianta.
Quella ferita rossa, molto umana che puoi trovare sul suo tronco.
Carne ferita, la riconoscerebbe chiunque.
Quando i riflessi dolorosi negli occhi degli altri diventano appiccicosi come zucchero,
quando rischi di non fare bene il tuo mestiere,
quando senti il bisogno di una lezione preziosa sul dolore e sulla morte,
sappi che nell' orto botanico di Brera,
sotto al Tasso ( Taxus Baccata ) c'è una vecchia panchina di pietra,
e che tale panchina è lì apposta per il tuo spirito.
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