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giovedì 31 gennaio 2013

Liberi come il vento

Vagabondi.

30 Gennaio 2013, dopo una giornata casualmente memorabile in Accademia.

L’ Amore ha molteplici forme,
ad esempio può avere la forma di due individui alti, dai capelli lunghi e grigi, vestiti di pulitissimi abiti di lana con frange fluenti dai colori chiari,naturali, e pelle.  Vagabondi viaggiatori armati soltanto di chitarra,la loro bella voce, sorrisi, e grandi zaini cuciti a mano. Può avere la forma di persone dall’ odore familiare, l’odore di una vita all’aria aperta, con un vago profumo d’umido,di muschio, e forse con un pizzico di fumo.
Può prendere le sembianze di lui, con gli occhialini tondi e la barba bianca, il viso aperto, spiritoso, ubriaco di libertà e duende da viaggio. Giovane o vecchio? Non si può dire….
 O le sembianze di lei, alta, con capelli come fili d’ argento ondulati, non bella,segnata dalle rughe,  ma illuminata dall’interno e quindi in realtà splendida. Una donna selvaggia proprio davanti ai tuoi occhi, che ti sorride e si commuove con te durante una canzone di cui capisci giusto l’essenziale.
L’Amore, signore dei colpi di scena, può avere le sembianze di due perfetti estranei che sembrano usciti da un racconto della tua infanzia, e che all’improvviso si sono materializzati nel tuo mondo, e nel tuo quotidiano.
E la gente intorno li osserva, si riunisce, batte il tempo con le mani, un’armonica spunta dal nulla ( beh quasi dal nulla! )  e siccome siamo in un’ Accademia di Belle Arti, un enorme foglio marroncino viene appeso a un muro, per disegnare con il sottofondo di queste storie da viaggio, offerte in libertà, così come sono nate ovvero sulla strada, o nelle case di chi ha offerto riparo per una notte. E poi in sordina, fatti per rimanere tra le mani, ecco che anche su block-notes, quaderni e taccuini, sbocciano come fiori piccoli ritratti al volo, un ricordo di un’occasione speciale e di uno scambio casuale e straordinario, nel bel mezzo di una lezione di pittura o di fenomenologia del colore.
L’ Amore fa questi scherzi. Improvvisamente ti ritrovi a emozionarti e a cantare, perché hai davanti a te l’incredibile, che oltretutto ha alcuni lati familiari, che ti fanno stringere il cuore per la nostalgia. Ho sentito le frasi magiche <<  Non è religione >>  e << Qui e Ora >> e il mio spirito ha esultato per la felicità dell’ incontro, che tremolava dell’ eco opalino e sovrapposto dei ricordi.
L’ Amore ti fa regalare biscotti, quadrifogli e arance, senza che tu sappia nemmeno il nome di questa gente, che forse non vedrai mai più.
Non potrò scrivere lettere ( non hanno indirizzo ) non potrò cercarli con internet ( niente computer ) ma nulla al mondo mi leverà il ricordo, e l’immaginazione per vederli in viaggio sorridenti, che scatenano sorrisi e sorpresa in giro per il mondo.
Un incontro senza radici ma con tanto cuore.









lunedì 28 gennaio 2013

La Vecchia

Questo fine settimana mi ha regalato diversi momenti divertenti, tra cui Jaco in versione lemure ( Sì si chiama così in onore di Jaco Pastorius, ed è il gatto del mio ragazzo...)



...dolci colorati e fioriti .....




Ma anche e sopratutto, il fuoco e la luna piena.
Abbiamo fatto un giro a Merate del tutto casuale,
e abbiamo trovato un falò.
Un falò su cui è stata bruciata la vecchia ( cioè l'inverno )
un falò da usare per gettarci dentro tutte le schifezze del momento,
un falò per girarci intorno tre volte nel senso della luna,
la stessa luna che giocava a nascondersi tra le fiamme.








Da leggere con calma...



...e mi sa che del primo vi parlerò presto! 

venerdì 25 gennaio 2013

giovedì 24 gennaio 2013

Poema / Runo


La mia carissima Irene, oggi mi ha dedicato una poesia. Dopo una giornata stancante come questa è un' autentica coccola alla mia anima. Non toccherò nemmeno una virgola del suo tenerissimo italiano, nè del suo perfetto finlandese. Esattamente come quando io scrivo per loro. Questo scambio di errori ortografici fa bene al cuore.

*-*-*-*-*

" Paesaggio grigio argento.

 Gennaio, quasi febbraio.

 Susikas.

 Aria essere denso
come
fatto a mano carta.

 Al cielo la luna
come
petalo di fiore di mela.

 Presto essere
primavera e
nel bosco sentirsi
ululato di calore. "

Dedicare a Paola

*-*-*-*-*


 "Hopeanharmaa maisema.

Tammikuu, miltein helmikuu.

Susikas.

Ilma on tiheää
kuin 
käsintehty paperi.

Taivalla kuu
kuin
omenankukan terälehti.

Pian on kevät ja
metsässä kuuluu
kiiman huuto."

Omistettu Paolalle

*-*-*-*-*

...Kiitos rakas Irene, sinun runo minulle on kuin halaus sielulle!
 TI VOGLIO BENE!! 

La Savana in ospedale



In questi giorni noi studenti di terapeutica artistica, stiamo assemblando un grande lavoro nel reparto pediatrico di un ospedale di Milano.
Abbiamo creato un' intera savana di animali di panno, coloratissimi, che rallegreranno le giornate dei bimbi ricoverati, occupando le parti superiori del muro e le parti vuote sopra la porta.
Abbiamo progettato tutte le forme, le abbiamo riportate prima su carta in misura reale per provare e mostrare il progetto al primario, dopodichè abbiamo riportato tutto un'altra volta su fogli di panno colorato, e ritagliato ogni singolo pezzettino. Tramite colla spry ( spruzzata all' aperto ) e fogli guida su cui tutti i pezzetti di feltro erano posizionati al contrario pronti a ricevere l'adesivo, abbiamo finalmente riportato la nostra savana sulla corsia. Uno spettacolo unico! Gli animali sembra quasi che si muovano, e il reparto ha decisamente cambiato aspetto con tutti questi colori! 
I bambini sono più contenti e noi, soddisfatti e stanchi morti lo siamo con loro! 
Ps: ovviamente tra tutti gli animali non poteva non spuntare la mia volpe. Ma la foto di QUELLA parete sarà una sorpresa....intanto dobbiamo ancora allestire qualcosa come una nube di mille gru origami! Seguiranno foto e racconti.






lunedì 21 gennaio 2013

" Les Folies Bergeres "

<< ...dietro le quinte il pandemonio era totale. 
Si sentiva l'orchestra strombazzare e uno stridulo tenore greco che cantava il suo amore per "Paris" a "midi" e anche a "minuit" assieme alla sua "chérie" , perchè "c'est la vie".
Alcuni acrobati balcanici vestiti solo di pittura d' oro, perizoma d'oro e denti d'oro stavano litigando come pazzi in un idioma che forse poteva essere croato.
Una ballerina di flamenco sgridava il suo partner in uno spagnolo che in Castiglia non si era mai sentito. 
E una donna statuaria, vestita ( per così dire ) di tre stelle luccicanti, cullava un bambino e lo ninnava dolcemente in tedesco. Bisognava essere capre di montagna per andare e venire dai camerini; infatti Vera inciampó in una foca ammaestrata e quelle scale avevano un che del metrò all' ora di punta, solo che qui erano quasi tutti nudi e,
a parte me, nessuno sembrava farci caso. >> 


(  - Intorno al mondo con zia Mame -  Patrick Dennis )

domenica 20 gennaio 2013

Due lanterne


Grazie. Perchè quel che non vedo io tu lo illumini, 
ed io posso fare altrettanto per te. Siamo come due lanterne. ♥
Non sei il tipo che legge i blog ( forse...ci sono ancora tante cosa che per fortuna ancora non so... ) 
ma tu sai chi sei, e io te lo scrivo lo stesso.

venerdì 18 gennaio 2013

Frammenti




Due settimane fa, il mio ragazzo è venuto a casa mia con un prezioso ritrovamento:
Il quaderno del nonno con gli appunti di "Storia della musica".
Fogli a righe liscissimi e ormai ingialliti, ricoperti da una fitta calligrafia a pennino elegante e color seppia.
Ora...dovete sapere che al corso di terapeutica artistica che sto frequentando c'è una bizzarra docente francese fissatissima con l'astrologia. Con lei dovremmo fare una sorta di "libro d'artista", il chè non mi dispiace ovviamente, perchè posso utilizzare le mie foto e non solo. Peccato che sia fissata pure con le scritte e che a tutti dice che dobbiamo metterle nel nostro lavoro.
A me sta cosa delle scritte non sconfiffera molto. Ho provato a intervenire con inchiostri e pennino ma questi materiali non vanno affatto d'accordo con il tipo di carta che sto utilizzando. Oltretutto io non scrivo. O meglio scrivo poco, e quelle poche cose rimangono tra le pagine delle mie millemila agende e agendine e a volte anche rileggerle mi fa venire uno strano formicolio imbarazzante. Meglio lasciarle lì. Come già forse sapete mi esprimo molto meglio disegnando e fotografando che scrivendo. Scrivere mi piace, ma è un bisogno che poi rimane custodito, non scrivo cose che mi piace mostrare.
Così oggi non sapendo che pesci prendere, mentre ormai avevo la lingua e le dita macchiate di inchiostro blu ( grazie ad un tappo di una bottiglietta d'inchiostro particolarmente testardo ) mi è venuta l'idea di fondere insieme le mie immagini e la scrittura del nonno musicista.
Ovviamente la nostra donna avrà di certo qualcosa da ridire, perchè sacrément! Lei ha SEMPRE qualcosa da ridire, ma almeno questa Pesci ascendente Saggittario è riuscita ad infilarci le sue benedette scritte ed è abbastanza soddisfatta! 



domenica 13 gennaio 2013

Donne che corrono coi lupi



" ...Non è un testo attualissimo, si porta quindici anni sulle spalle, ma non importa. La sua voce sembra senza tempo, e forse senza luogo, come se parlasse un linguaggio universale.

Si rivolge alle donne, alle donne oppresse e piegate dai vincoli sociali, culturali, imposti ed auto-imposti perché così ci hanno insegnato, così ci hanno cresciute, così pensiamo che sia normale essere. E anche se siamo tremendamente infelici e insoddisfatte nelle nostre vite, anche se qualcosa dentro ci pungola e ci spinge a muoverci, non sappiamo di poter essere qualcosa di diverso. Forse lo intuiamo, lo desideriamo, ma "l'educazione" ci ha convinte che non sta bene, non sta bene ribellarsi, far sentire la propria voce, smettere di subire e sacrificarsi per fare l'esatto opposto: affermarsi, cercare rispetto, dagli altri e da noi stesse, prenderci i nostri spazi, creare, inventare, nutrire, far crescere cose, essere individui autonomi, mostrare un coraggio che pure possediamo, trovare la vera natura sepolta nel profondo e permetterle di venire a galla, con le sconvolgenti conseguenze che ciò comporterebbe.

Come faccio a sintetizzarvi in breve la magia di più di 500 pagine, dense e ricche e stimolanti?
La memoria non mi viene in aiuto, ho prestato questo testo dopo una prima lettura e non l'ho ancora riavuto indietro, e ormai il ricordo della struttura interna vien meno... resta invece quello di un soffio, un soffio rinfrescante che sentivo costantemente sul viso ogni qual volta schiudevo le porte di un mondo diverso, attraverso la copertina, e mi addentravo nella lettura.

Donne che corrono coi lupi è un libro per la psiche. Utile avere un'infarinatura di psicologia per comprenderlo al meglio, utile anche rammentare le storie e le fiabe dell'infanzia: scarpette rosse, il brutto anatroccolo, la piccola fiammiferaia, barbablù... Attraverso di esse l'autrice scioglie il suo canto, rivisita la tradizione, e le dona nuovo valore. Mi sono stupita di non aver mai letto nelle leggende presentate quegli spunti che pure, con la sua guida, mi sembrano esserci, evidenti.

Tutto il testo è pervaso da un'atmosfera di fiducia e curiosità, con un pizzico di ribellione: come un cane in attesa, le orecchie dritte puntate in avanti, la coda leggermente in movimento, la lingua bonariamente fra i denti e il pelo un po' erto. Ad osservare quello che sta arrivando.
Fiducia, è quanto mi ha trasmesso questo testo che parla in modo straordinario al mio cuore.
Fiducia in me come donna, come femmina, come animale che istintivamente sa.

E non è poco, non è poco. Non mi ha mai detto nessuno che le mie intuizioni sono potenti. Non mi ha mai insegnato nessuno a credere in me stessa così a fondo. Nessuno mai mi ha avvertita di avere un potere così grande. Il sapere istintivamente cosa c'è da fare. Men che meno, non sono mai stata spinta a pensare di poter essere così forte da fare esattamente quello che sapevo doveva essere fatto.
E' poco importante? E' troppo difficile? Non direi. Non ho mai pensato nulla del genere, mentre bevevo parole e parole e un turbine di emozioni e pensieri mi attraversava. Ricordo però che, appena richiudevo il libro, sembrava davvero troppo difficile per me. Ma bastava riaprirlo, a volte solo guardarlo, per capire che sì, c'era una lupa in me, voleva svegliarsi, voleva ululare, e con un piccolo balzo, quasi un passo di danza, mettersi in marcia.

E non sarebbe stata sola.
Non so che aspetto abbia, Clarissa Pinkola Estes, non so proprio nulla di lei, ma le sue parole mi hanno tenuto compagnia come l'amica più preziosa non avrebbe potuto fare. Nonna, madre, zia, sorella e confidente, a colmare il vuoto di un ruolo che oramai nessuno ricopre più.

La mole di lavoro sottesa a quest'opera traspare chiaramente, così come la preparazione culturale dell'autrice. E' una lettura molto impegnativa, perché densa, profonda, ma nonostante ciò, piacevole, con tratti lirici, pervasa da poesia.
Sincera, coraggiosa. E preziosa. "

Grazie a Vera per questo testo,
 e a Valentina per avermi fatto scoprire queste pagine.


Clarissa Pinkola Estés
Donne che corrono coi lupi
Frassinelli
2002
520 pagg.
€ 17,00


lunedì 7 gennaio 2013

Tributi al Ritmo

Devo assolutamente ringraziare il Pesce Eta per questo: 
 

Un' attesa quanto mai ben ripagata. Ma si sa le volpi son furbe, e così io non vi svelo tutto.
Se volete ammirare l'opera di questa mia incredibile amica, e scoprirne gli altri strani personaggi non vi resta che nuotare un pò con i pesci volanti.... Ecco QUI....  
Grazie mille,  meravigliosa creatura! Siamo bellissime! 

Ritorno

Sono partita lasciando la pianura ammantata da un candido mantello di neve, coperta da impronte familiari e luminosa di ghiaccio.


…E poi il  lungo viaggio, tra nebbie e montagne.
E infine….il mare, il mio mare d’inverno e la Sicilia così vicina da poterla quasi toccare.


Per me, Armo in inverno è più bello. L’aria ha profumi che non ci sono in estate, come quello delle stufe e del legno bruciato e le notti sono più misteriose: abitate dagli spiriti della montagna che a volte si spingono  fino alle stradine del paese, mentre tutti dormono.


E quelle montagne sopra di me sono un richiamo, con ai piedi la macchia mediterranea e le quercie, e poi gli altissimi cipressi e più in alto ancora gli abeti.
Con la neve su in cima e il sapore dolce del pane di grano ancora caldo.
L’Aspromonte racconta un sacco di vecchie storie, che sono state già raccontate tante volte attorno a chissà quanti bracieri. Una di queste parla anche di una volpe-spirito, che nel bel mezzo di un salto sparì nel nulla appena prima di atterrare dalla parte opposta di un dirupo, sotto gli occhi sbigottiti di un cacciatore,che a quanto pare era mio nonno, persona ironicamente piuttosto pratica e razionale. Penso che questa storia prima o poi diventerà un’illustrazione.



E poi….inverno sullo Stretto significa affetti, festività e cibo. Più cibo di quanto se ne potrebbe vedere in un mese ma tutto insieme. Signori indiscussi dell’inverno quaggiù sono il baccalà, le olive e i formaggi, la polenta “con i curcuci” le “frittole” e le “crispelle”. E poi i dolci….
“Petrali” , datteri ripieni con mandorle tostate e ricoperti di cioccolato, e una varietà infinita di torroncini dal cui incarto non si capisce quasi mai il gusto.




E poi di nuovo la lunga strada del ritorno....
Ora si riparte, e le cose da fare non mancano!