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giovedì 14 luglio 2016

Il salto della pietra

Le pietre Moqui stanno diventando care compagne.
Oggi la pietra femmina, più grande e tonda ha voluto farmi un dono, in maniera forse un pò estrema.
Cadendo, si è aperta in due, due metà precise, mostrando così il suo interno di fine sabbia rosa, imprigionata da milioni di anni. Osservandola in queste condizioni, ero un pò sgomenta e  dispiaciuta. Però sapevo cosa fare: quando un pietra o un cristallo si consuma o si spezza, ciò che in genere si fa è ridarlo alla natura, seppellendolo o lasciandolo in un corso d'acqua. Ma al pensiero di fare questo piccolo rito non sentivo il sollievo aspettato, anzi percepivo una netta resistenza. Le due metà combaciavano perfettamente e la pietra....era come se mi dicesse "dobbiamo lavorare insieme ancora e ancora! Non è tempo di separarci. Ora siamo più simili di quanto non lo fossimo prima. Quel che è successo a me, sta succedendo a te. Ed è una cosa buona." Ho ascoltato parecchio, ho ascoltate per essere certa di non auto-ingannarmi, e alla fine ho deciso. Le due metà potevano unirsi ancora, così come una persona ferita può tornare in salute e fare esperienza dell'accaduto per sempre, consevando una cicatrice testimone di resilienza.
Dopo una breve ricerca, sono stata attenta ad usare un collante di origine naturale, indicato per i metalli che fortunatamente mio papà aveva tra i suoi attrezzi. Ne è servito pochissimo, solo sui bordi ferrosi e le due parti si sono subito riabbracciate, senza lasciare nemmeno traccia dell'accaduto, a parte un miniscolo segnetto. Ho acceso un incenso per la mia pietra rinata, e le ho parlato. Ci siamo parlate.
Proprio adesso, mentre i miei genitori si preparano per partire,
mentre mi accingo a rimanere a lungo tranquilla in un'estate dolcemente diversa,
mentre la candela rossa del sangue ha già preso posto sul mobile e aspetta di venire accesa....
..proprio adesso la pietra femmina ha voluto mostrarmi qualcosa di speciale e trasformarsi a sua volta.



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