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sabato 30 gennaio 2016

Vuorpa

14 IL CRUCISTRADA
" ...Non ho forma sicura, nè posso averla, che è il dubbio a plasmarmi i contorni,
 l'impressione di chi mi indaga a vestirmi il sembiante.
Di ogni animale ho l'aspetto,perchè tanti sono quelli che al simile possono indicare la via quando la vanno indagando nel crucistrada.
E tu, a quale specie appartieni?
A quale animale?
Te n'è già apparso uno nel sogno,a guidarti?
Con cura lo devi cercare, e farti trovare,se ancora lui non ti ha scelto.
Con pratica e cura ci devi arrivare. 
Cercalo solo,in luoghi isolati.
Cercati dentro le sue orme e i sentieri. Scopri dove essi ti portano, se in luoghi di clandestinità o di luce.
Se è animale solitario o se segue il branco,
se alleva famiglia o se caccia da solo.
Se è di indole fiera, se solitario appassisce, se muta con le stagioni o se invariato tiene il carattere.
Se ha vista aguzza,se esce di notte.
Studia l'animale che già ti ha fatto da guida.
Lo sentirai forse da dentro. O anche ti si mostrerà da fuori.
Sempre lo dovrai indagare nei segni, che ti possa aspettare agli incroci,
a lasciarti una traccia per indicarti la strada...."

15 LE VISIONI
"... D'un tratto, al bordo della strada, lungonaso apparve la Vuorpa.
Se ne stette ferma, in atteggiamento di sfida. 
Restava col muso sarcastico ad aguzzarsi i baffi.
Col suo corpo di cane sottile,sproporzionato, a rombo, la Vuorpa continuava a fissarmi,senza mai abbassare lo sguardo. Restò a lungo così. Solo dopo,altezzosa,lentamente riprese la notte del campo e delle scalogne.
Richiamava quello sguardo di sfida a vigilare sulla verità,
a non mentirsi da soli.
A fare due teste in un cuscino. A scegliere quel cuscino.
- Allunga la strada e ritirati a casa- diceva. Era una chiamata alle armi.
 A liberarsi della catena della cuccia invitava, ad attanarsi e prendere la notte,a farla propria per quanto sia ampia,senza patire nelle ossa il vento del fuori di casa. E di altro parlava la Vuorpa.
Parlava di chi può intendere la Vuorpa.
Lo sguardo aguzzo a dire..."ci siamo capiti o no?".
Lo sguardo complice a dire "chi mi battezza mi è compare".
Rendeva immobile e faceva sbarrare gli occhi.
Fissava altri occhi,insistente come un incantesimo.
Lo guardo esperto a dire "stai con chi ti è simile, e sparisciti nel bosco. 
Per quanta notte ci sia intorno,andiamoci a sperdere,fino alla fine del giorno...".
Ma prima devi riconoscere il tuo simile e poi saperlo ritrovare 
quando si è smesso di vagare in solitudine,aggrediti dalle Faunìe. 
Come fa il lupo, l'Hirpos primigenio,che vaga da solo ed eppure ha il suo branco,e può scomparire e poi riprendere forma. 
E con l'ululato misura l'ampiezza della sua solitudine.
Forse mi invase la melancolia. il fluido nero,
 dopo quel richiamo di Vuorpa..."



VINICIO CAPOSSELA
-IL PAESE DEI COPPOLONI-
FELTRINELLI

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